Cave di Cusa, Castelvetrano Selinunte, Gibellina e Salemi

Cave di Cusa, Castelvetrano Selinunte, Gibellina e Salemi

11 Luglio 2017 Off By trapanidintorni
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Percorrendo la statale 115, superata Marsala e poi Mazara, si raggiunge il delizioso borgo marinaro di Torretta Granitola. Giunti al bivio per Tre Fontane si devia in direzione Campobello di Mazara per visitare le Cave di Cusa, la più suggestiva fabbrica naturale di materiali da costruzione d’epoca greca.

In mezzo alla vegetazione affiorano dal terreno parti di gigantesche colonne rimaste in diversi stadi di lavorazione, dalle prime incisioni circolari fino ai rocchi finiti.
Lasciate le cave, si prosegue verso Castelvetrano (famoso centro di coltivazione delle olive Nocellare del Belice) le cui origini sono legate a quelle di Selinunte.
Il cuore della città è piazza Garibaldi, su cui si affaccia la Chiesa Madre (XVI sec.), nei pressi si trova la Chiesa del Purgatorio (XVII sec.) e la vicina fontana della Ninfa.
La settecentesca Porta Civica, alla fine di via Garibaldi segna la fine del centro storico.
Da non perdere una visita alla Chiesa della SS. Trinità di Delia e al Museo Civico Archeologico i cui pezzi forti sono: la Vergine col Bambino di F. Lauria e l’Efebo di Selinunte (V sec. a.C.), statua bronzea di rara bellezza, trovata casualmente nelle campagne mazaresi nel 1982.
Usciti da Castelvetrano e deviando a destra sulla SS 115 d si raggiunge Selinunte, dove uno splendido tratto costiero sabbioso si contrappone alla maestosità delle sovrastanti rovine dell’antica città greca.
Fondata nel 628 a. C.,fu distrutta dai Cartaginesi e definitivamente abbandonata a causa di un terremoto.
Oggi Selinunte è il Parco Archeologico più grande d’Europa.
Nell’Acropoli sono ancora ben visibili le mura difensive, i resti di 5 Templi e di vari edifici pubblici; mentre sulla Collina Orientale sorgono altri 3 Templi (tutti denominati con le lettere dell’alfabeto).

L’Acropoli si sviluppa lungo 2 arterie principali, il Tempio C è tra i più antichi (prima metà VI sec. a.C.) e forse dedicato ad Apollo, le 14 colonne del lato Nord furono ricostruite con l’architrave nel 1925. Segue il piccolo Tempio B di epoca ellenistica.
Sulla Collina Orientale sorgono i Templi E, F, G. Quest’ultimo, risalente al 530 a. C., è costruito con materiale proveniente dalle Cave di Cusa, ed era forse dedicato a Zeus.
Il Templio E (V sec. a. C.), in puro stile dorico, era dedicato alla dea Hera (Giunone). Parzialmente ricostruito negli anni ’60, rappresenta uno degli esempi più significativi della Grecia coloniale.
Da ammirare anche i resti del Santuario di Malophoros (dedicato a Demetra dea della fertilità) e le 2 Necropoli principali (Manicalunga e Galera Bagliazzo). Molti dei reperti trovati negli scavi di Selinunte si trovano al Museo Archeologico Regionale di Palermo.
Lasciata la splendida area archeologica si prosegue sulla provinciale, in direzione Castelvetrano, sino a Partanna; da qui ci si immette sulla statale 119 e si procede verso nord, per Santa Ninfa.
Questo tratto di strada offre splendidi paesaggi: dolci colline intervallate da aspri rilievi, ampie vallate,
rigogliosi boschi.
Da Santa Ninfa, prima di visitare Gibellina nuova, deviare verso i ruderi di Gibellina vecchia. Le rovine dell’abitato, raso al suolo da terremoto del ‘68, furono ricoperte da una spessa colata di cemento bianco e segnata da profonde fenditure.
Questa è la più grande opera d’arte ambientale Italiana, chiamata Cretto di Burri (dal nome del suo ideatore).

Tornando verso Gibellina nuova si incontra la Riserva Naturale Orientata della Grotta di Santa Ninfa.
La nuova città di Gibellina, fu costruita dopo gli anni ‘70 a circa 20 Km dal vecchio centro.
La grande stella del Consagra funge da porta della città. Da non perdere la torre Civica, il Carillon nella Piazza Municipio e il Museo Civico d’Arte Contemporanea, che espone opere di Guttuso, Schifano e altri artisti.

Da Gibellina nuova, ritornando verso est, si raggiunge Salemi, che sorge su un’altura che domina un’ampia valle.
Le sue origini, forse risalgono all’antica Halicia degli Elimi, ma di certo assunse importanza con la dominanza araba. Garibaldi la legò alla storia proclamandola 1° capitale d’Italia.
Da visitare il Castello con tre torri di origine normanna, il Collegio dei Gesuiti del 1600 e la Chiesa di S. Agostino.
Lasciata Salemi per rientrare verso la valle Ericina ci si può immettere nel quarto itinerario proposto, procedendo per Vita, raggiungndo così la S.S. 113.