Uno scrigno di monumenti e storia mediterranea

Uno scrigno di monumenti e storia mediterranea

7 Marzo 2017 Off By trapanidintorni
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Su Via San Francesco si trovano due importanti monumenti: la Chiesa dell’Immacolatella e la Chiesa del Purgatorio.

Sulla Rua Grande, l’attuale Corso Vittorio Emanuele, di particolare interesse è la Chiesa del Collegio edificata nei primi del 1600 per conto dei PP. Gesuiti su progetto dell’architetto Natale Masuccio.
Il prospetto della chiesa è opera di Francesco Pinna mentre per il resto intervennero gli architetti Pietro Castro e Paolo Rizzo. Chiesa e convento furono ultimati nel 1705. Le pareti e il tetto furono decorati con quadri di stucco a mezzo rilievo ritoccati in oro con scene bibliche eseguite da Bartolomeo Sanseverino. Nella chiesa si trovano anche i quadri di Sant’Ignazio di Vito Carreca e di San Francesco Saverio di Pietro Novelli, un crocifisso in legno di Giuseppe Milanti e una statua in marmo di Santa Rosalia di Giacomo Tartaglia. Sempre sulla Rua Grande si trova la Chiesa di San Lorenzo, costruita nella prima metà del XIV secolo, ingrandita tra il 1603 e il 1743 su progetto dell’architetto P. Bonaventura Certo da Giovanni Amico e affrescata nei primi del 1800 dal palermitano Vincenzo Manno.

Dal 1844 è chiesa cattedrale. All’interno della chiesa, a croce latina e disposta in tre navate, si trovano i quadri del Padre Eterno di Domenico La Bruna, della Crocifissione di Van Dijck, di San Giorgio di Andrea Carreca.

In fondo a Via Torrearsa si intravedono i portici (1874) di Piazza mercato del pesce, una volta chiamato Bocceria, con al centro una bronzea statua di Venere. Nella vicina Chiesa del Carmine, costruita tra il 1617 e il 1651, si possono ammirare una Trinità e la Vergine di Vito Carreca, un Crocifisso di Pietro Orlando, l’Addolorata di Francesco Nolfo, un Cristo alla colonna di Alberto Tipa e vari interventi di scuola gaginesca. Sul lato opposto Via Torrearsa finisce con la Capitaneria di Porto affacciata sull’ex Piano della Guardia che oggi comprende la Casina delle Palme, costruita nel XIX secolo per i pubblici spettacoli, e un giardinetto che si estende sino a Piazza Garibaldi con al centro il monumento allo stesso, eretto ad opera dello scultore Leonardo Croce nel 1890.

Proseguendo verso l’entroterra si incontrano i Rioni San Pietro, detto Casalicchio, e quello di San Nicola, detto di Mezzo.
I due rioni formano i quartieri detti: Biscottai, San Pietro, Cuba, Gurga, Giudecca, Marinella, San Nicola, Tre Badie, Rua Nova e Castello. Il rione di San Pietro costituisce il primo nucleo abitato di Trapani perchè è lì che si insediarono anteriormente al 1200 a.C. gli Elimi discesi da Erice. Visi trova la Chiesa di San Pietro, sorta dove secondo una antica tradizione predicò il principe degli Apostoli e riedificata tra il 1695 e il 1753. V si trovano pitture di Andrea Carreca e di Rosario Matera; sculture di Giuseppe Milanti, di Mario Ciotta e di ispirazione gaginesca. Vi si trova anche un grande organo artisticamente rinnovato nel 1780 da Francesco La Grassa. Nel contiguo quartiere dei Biscottai si trovano Piazza Alessandro Scarlatti dove l’edificio della Banca d’Italia occupa il posto già occupato dal Teatro Garibaldi che, costruito nel 1844, fu distrutto nel corso della seconda guerra mondiale.

In questo quartiere si trovano pure l’edificio della Biblioteca Fardelliana e la Chiesa di Santa Maria di Gesù.

Nel rione omonimo si erge la Chiesa di San Nicola eretta nel 536 da Belisario come Chiesa dell’Ascensione. Sino al 1558 fu di rito greco. Nel 1749 fu ingrandita su progetto dell’architetto Giovanni Amico. La Pala marmorea dell’Altare Maggiore che vi si conserva è di Antonello Gagini. Di Andrea Tipa è il Crocifisso in mezzo ai due ladroni.  Vi si trovano anche i quadri raffiguranti San Dionisio e Sant’Atanasio di Bernardino La Francesca, il Sacro Cuore con la Vergine e San Michele di Rosario Matera e una Ascensione probabilmente di Federico Zuccari.

Nel quartiere Tre Badie, detto così per la presenza dei tre monasteri della SS. Trinità, o Badia Grande, delle Orfane e delle Ree-pentite, ubicato nella zona più alta della città, si trovano il Convento e la Chiesa di San Domenico costruiti sulle rovine della Chiesa di Santa Maria la Nova dai PP. Domenicani arrivati a Trapani intorno al 1230. Ai tempi degli spagnoli la chiesa fu dichiarata Cappella Reale. Nella chiesa del Carminello, costruita nel XVIII secolo dalla Compagnia di Santa Maria del Carmelo, si trova il trapasso di San Giuseppe unico quadro del pittore trapanese Giuseppe Errante posseduto da una chiesa a Trapani. Vi si trova anche la statua di San Giuseppe del  trapanese Antonio Nolfo. Nella Chiesa di Santa Maria dell’Itria, costruita nella seconda metà del XVII secolo dai PP. Agostiniani Scalzi su disegno di Pietro Orlando e i quadri raffiguranti San Nicolò Tolentino di Andrea Carreca e Sant’Agostino di Pietro Novelli.

Alle spalle del recente edificio della Questura vi si trovava il punico Castello di terra, simbolo della potenza militare della città. Restano superstiti alcuni ruderi dei bastioni di levante.

Proseguendo verso il monte si incontrano: il Municipio (Palazzo D’Alì dell’ultima parte del XIX secolo), il Palazzo delle Poste del 1927, il Palazzo del Governo del 1878, il Monumento ai Caduti di tutte le guerre eseguito nel 1921 dallo scultore Antonio Ugo, fuso per esigenze belliche e rieseguito qualche decennio dopo la fine della guerra.

Nella grande Piazza Vittorio Emanuele II , ancora da sistemare nel suo nord, si trova dal 1879 l’opera di Giovanni Duprè raffigurante il Re Galantuomo. Quello che segue, verso il Santuario dell’Annunziata, è opera degli ultimi cento anni cioè dall’inizio del 1862 quando sotto l’impulso del sindaco Giovan Battista Fardella e l’opera dell’ing. Giovanni Battista Talotti fu bonificata e sistemata urbanisticamente l’insalubre e deserta zona detta Rena. Lungo l’asse della strada centrale, di oltre due chilometri di lunghezza e larga complessivamente più di 28 metri, chiamata Via Giovan Battista Fardella e che immette verso i rioni Cappuccinelli, Trentapiedi, Fontanelle, Mokarta, delle Palme, Villa Rosina, Raganzili, Casa Santa, San Giuliano, non sorgono costruzioni di rilevanza artistica o architettonica, ma solo di funzione.

Percorsa tutta Via G.B. Fardella e Via Conte Agostino Pepoli, arrivati all’altezza dell’ottocentesco abbeveratoio, ci si ritrova al cospetto del Santuario-Basilica dell’Annunziata e dall’attiguo Museo Regionale Pepoli.